A regola d’arte
2014/15
Perché le arti contano
Le arti contano, non certo per ragioni strumentali,
ma perché sono universali;
perché sono non materiali;
perché si misurano con l’esperienza quotidiana in un altro modo;
perché trasformano il nostro sguardo sul mondo, proponendone
interpretazioni differenti;
perché serbano il legame col nostro passato e ci schiudono le porte del
futuro;
perché agiscono al di fuori delle categorie ordinarie;
perché ci proiettano oltre noi stessi;
perché creano ordine nel disordine e smuovono ciò che stagna;
perché offrono una esperienza condivisa invece di una solitaria
perché invitano l’immaginazione e sfidano il vuoto di senso;
perché regalano bellezza e costringono a confrontarsi con lo squallore;
perché prospettano spiegazioni, non soluzioni;
perché annunciano visioni di integrazione piuttosto che di disintegrazione;
perché ci impongono di riflettere sulle differenze tra il bene e il male, il vero e il falso.
Le arti contano perché racchiudono, esprimono
e definiscono l’anima di una civiltà.
Un Paese senza arte smetterebbe di interrogarsi e di sognare;
non avrebbe né interesse nel passato né curiosità sul futuro.Perché le arti contano, John Tusa, 1996
L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
Paul Klee
Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare.
Bruno Munari
L’occhio vigile e l’orecchio a7ento trasformeranno le più piccole scosse in grandi
esperienzeWassily Kandinsky
Progetto finanziato e organizzato dall’Associazione “Rolando Ferri”, avviato in collaborazione con “Artebambini” (Associazione Attività Educative, Via del Gandolfo, 5G 40053 Bazzano BO), rivolto agli alunni classe V B di Passignano S/T. Il docente è stato il Dott. Mauro Speraggi, pedagogista e presidente ED. ARTEBAMBINI.
L’ARTE APRE LA MENTE
L’arte, l’esperienza creativa, la ricerca estetica ci spinge ad andare al di là dello stereotipo, del pensiero omologante, del senso comune permettendo di trasformarlo dandogli significati sempre diversi.
Significa pensare a esperienze che esaltino le capacità di ascolto, che permettano di trasgredire l’apparente per percepire gli infiniti “come” della realtà. Costruire concrete prospettive di “avventura”, da intendersi come “aperture al nuovo”, al diverso e quindi anche all’altro; progettare contesti rassicuranti e sereni come condizione minima per fugare paure e timori necessari a successive scoperte.
Il laboratorio: una palestra di relazioni
Usare l’arte come “materiale didattico” permette di ritrovare un saper “fare”, restituisce centralità alle mani, rivaluta le attese e il rispetto dei tempi, costruisce concrete prospettive di scoperta e aperture al “nuovo” utili a formare sensibilità e spirito critico, lontano da stereotipi culturali.
Il laboratorio in quest’ottica può essere considerato un valido aiuto, una positiva palestra di relazioni che permette di esaltare una progettualità fattiva, che prevede ostacoli, errori ma anche soluzioni; un luogo dove conoscere il valore dei materiali e della loro storia, che consente un’osmosi tra oggetto e soggetto. Inoltre, il laboratorio è lo strumento privilegiato per confrontarsi sulle teorie, per integrare il linguaggio simbolico dei libri di testo atraverso momenti di operosità creativa che esaltano la progettualità a scapito dello stereotipo, che inducano alla cooperazione e al confronto atraverso modalità diversificate di risoluzione dei problemi .





