Piccoli passi per leggere
Laboratorio di Fantastica…mente
Cos’è un libro?
MUNARI, “DIALOGO SUI PRELIBI”, 1980
Un oggetto fatto da tanti fogli con dentro parole.
Ma cosa si legge in quelle parole?
Tante storie diverse, storie di gente di oggi o dei tempi antichi, leggende poesie, bilanci, favole…
Ma a cosa serve un libro?
A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza
Quindi se ho ben capito serve a vivere meglio ?
Spesso sì.
Ma la gente li usa questi libri?
Alcuni ne leggono molti, altri li usano per decorazione, qualcuno ha in casa un solo libro: l’elenco del telefono
E per i bambini che ancora non sanno leggere?
Sarebbe utile che i bambini di tre anni cominciassero a familiarizzarsi con i libri, conoscendoli come oggetto. Bisognerebbe fare piccoli libri tutti diversi tra loro ma tutti libri ognuno con una sorpresa diversa, adatti a bambini che non sanno ancora leggere.
Ma come si chiamano questi libri ?
I prelibri
Li voglio subito.
Munari, innovativo designer nonché artista creativo ed eclettico, lancia una sfida: dal 1949 inizia a sperimentare nuove forme di linguaggio visivo e nuovi materiali editoriali creando i Libri Illeggibili, una collana che può essere “letta” dai bambini e nella quale rilegatura, inchiostro e testi non contano nulla. II libro diventa un oggetto che racconta storie senza l’utilizzo della parole. Non semplicemente supporto per il testo, la carta comunica un messaggio attraverso il formato, il colore, i tagli e la loro alternanza. Si omettono gli elementi che costituiscono il libro tradizionale, come il colophon e il frontespizio, e la lettura diventa lo svolgersi cadenzato di una composizione musicale, con timbri sempre diversi nell’alternarsi delle pagine.
Non vi è ordine, non ci sono margini e tanto meno numeri di pagine. Forme, colori e tagli sono i paesaggi di questa narrazione che non ha né inizio né fine; si può andare avanti e indietro; si possono “leggere” capovolti o da metà. Colori allegri, tristi e drammatici; forme taglienti o morbide, fori che saltellano da una pagina all’altra sono i protagonisti senza tempo e senza nome che ci accompagnano lungo un racconto sensoriale.
Citando l’artista stesso, “è un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu cosi che nacquero i libri illeggibili, così chiamati perché non c’è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi” (Bruno Munari, Libri senza parole, in R. Pittarello, Per fare un libro, Milano, edizioni Sonda, 1993).
In quest’opera fori rotondi ci svelano e portano tra le varie pagine, svelando foglio dopo foglio il percorso di un filo rosso che ci accompagna fino a sparire nell’ultima pagina. Un percorso che va al di là del solo vedere, perché i colori (rosso, nero e grigio) vengono percepiti diversamente da ognuno di noi. Dove si riscopre il tatto passando da carte ruvide a lisce, da leggere a pesanti. In cui anche l’olfatto ha una nuova veste: le diverse tipologie di foglio hanno odori differenti. Cosi come gli odori e le sensazioni tattili, anche l’udito trova in questo volume nuovi stimoli, il filo che scorre ed interagisce con le diverse carte non fa
sempre lo stesso rumore. Nel segno della rarefazione visiva e della sperimentazione dei materiali, la produzione di “libri illeggibili” continua per Munari lungo tutto l’arco della propria vita. Nel 1955 alcuni esemplari sono esposti al MoMA di New York, nella cui Design Collection sono tuttora conservati 9 “libri illeggibili”.
A questo progetto si affiancarono poi altri studi sui libri: ad esempio i Libri Tattili e i Pre-Libri, tutti lavori incentrati sull’importanza di vie comunicative “alternative”, e nuovi modi di stimolare la creatività dei bambini e di stupire gli adulti.