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Progetto lettura

2002/03 – 2003/04 – 2004/05 – 2005/06

A. Petrosino, Poesie inedite

D. Pennac, Come un romanzo

Da sempre la scuola ha avuto tra i suoi compiti prioritari quello di far diventare il bambino un lettore: “un lettore autonomo e consapevole” (C.M. 105/95). Con l’imporsi dei mezzi di comunicazione di massa, che privilegiano l’immagine in movimento e una pluralità di linguaggi, si è assistito ad una preoccupante disaffezione dei bambini nei confronti della lettura poiché quanto proposto dai mass media è risultato maggiormente accattivante e facilmente accessibile. Ne è derivata una rivisitazione del concetto di lettura, pratica considerata troppo spesso nella sua dimensione strumentale. Da questa riflessione sono emerse molteplici dimensioni del leggere e si è fatta chiarezza su quale dovesse essere la meta verso cui tendere: la dimensione estetica della lettura, quella che rimanda al piacere di leggere, che questo progetto intende promuovere.

Il percorso metodologico è fondato sulla centralità del lettore e sulla messa in atto di strategie trascinanti e piacevoli che si attuano all’interno dei laboratori di lettura. La referente progetto lettura è stata la docente Beatrice Santi Tabirri.

Il piacere della lettura è di difficile definizione perché coinvolge buona parte della personalità umana e si fonda sull’ “enciclopedia” personale del soggetto. C’è chi sostiene che sia “un piacere fatto di tante piccole cose belle” e che derivi dal soddisfacimento del bisogno di evasione, dall’arricchimento del patrimonio culturale, dal compiacimento per aver trovato nel libro letto dei valori condivisi, dalla rassicurazione per la possibilità di condividere sentimenti e stati d’animo.

C’è chi fornisce una sorta di “ricettario” per avvicinare i bambini alla lettura, per far in modo che i giovani familiarizzino con i libri. Se, comunque, si fa riferimento alla teorizzazione del piacere di leggere proposta da Daniel Pennac, tale piacere si costruisce e poggia sulla libertà di scegliere le proprie letture, sulla possibilità di condividerle, sulla gratuità dell’atto del leggere. Ecco che da dovere, la lettura può essere percepita e vissuta come un piacere. Consapevoli delle due dimensioni del leggere (quella strumentale e quella che rimanda al piacere di leggere), la nostra scuola ha cominciato ad operare con l’ambiziosa intenzione di far nascere nei ragazzi un autentico amore per i libri: è ormai constatazione generale che per cementare il rapporto dei ragazzi con i libri sia indispensabile un vissuto emozionale positivo con l’esperienza di lettura. Così da fatto puramente meccanico, tale pratica si trasforma in un gioco divertente, creativo e coinvolgente, capace di “tendere la fantasia” del bambino.

Il laboratorio di lettura può essere uno dei tanti territori su cui costruire il piacere di leggere. Giocare con i libri e giocare a fare i libri possono rappresentare le modalità per raggiungere la finalità di suscitare il gusto di leggere. I laboratori di lettura attivati nel Circolo, si fondano sulla lettura a voce alta di un adulto e su strategie trascinanti, ovvero le animazioni.

Le attività di animazione consentono di giocare con i libri: poggiano infatti su una componente ludica e producono avvicinamento affettivo ed intellettuale al libro. Leggere è animare una storia, darle vita, voce e corpo, è scoprire l’anima di un testo.

Questi spunti teorici sono, in sintesi, il risultato di un percorso di crescita professionale, intrapreso dal Circolo che, avvertendo l’esigenza di approfondire gli approcci metodologico – didattici e ludici al libro, ha dato vita ad una partecipata attività di formazione al termine della quale è stato elaborato il Progetto – lettura. Tale progetto è rivolto al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’esperienza del leggere, è aperto al territorio ed è articolato in itinerari (moduli) per parlare di libri in modo diverso da quello previsto dalla prassi scolastica. È formulato anche in modo che ogni insegnante possa scegliere il grado di coinvolgimento che vuole, dal più impegnativo al più sfuggente. È però un’opportunità per tutti, un’occasione di contagio fra ragazzi, classi, scuole.